Export a singhiozzo con il rinvio di oltre il 30% degli ordini in corso di conferma durante la pandemia
Anche per il vino serve una trincea nella lotta all’emergenza Coronavirus per cui Coldiretti Puglia ha inviato un ‘Piano Salva Vigneti’ alla Regione Puglia che si articola negli interventi per sostenere agricoltori e cantine, creando al contempo le condizioni per la ripartenza quando il momento di criticità sarà superato. Coldiretti Puglia ha stimato un danno di oltre il 35% a carico del settore vitivinicolo, con punte fino al 90% per le cantine storicamente impegnate nei canali di vendita Ho.Re.Ca, con la richiesta alla Regione Puglia di dichiarare lo stato di calamità anche per il settore vitivinicolo.
“A pesare sul mercato interno è stata anche la chiusura forzata di ristoranti e bar e considerato lo stato di crisi per cui abbiamo chiesto che specifiche agevolazioni fiscali e previdenziali si applichino a tutte le imprese agricole operanti nel settore vitivinicolo che ha subito effetti particolarmente negativi per l’emergenza epidemiologica COVID -19, una necessità che va sostenuta anche garantendo liquidità alle imprese del settore con interventi emergenziali a livello regionale, nazionale e comunitario senza appesantimenti burocratici”, dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. “E’ necessario sostenere un settore che è il fiore all’occhiello della Puglia, con il vino di qualità che è stato volano di promozione e sviluppo del turismo, dell’agriturismo, anche nei ristoranti e negli alberghi e che oggi paga a caro prezzo il blocco delle strutture ricettive e della ristorazione”, insiste il presidente Muraglia.
“Lo scenario del settore vitivinicolo va analizzato – spiega Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce e responsabile del settore vitivinicolo di Coldiretti Puglia – a seconda dei canali di vendita su cui le diverse strutture di produzione e commercializzazione indirizzano le proprie produzioni. Si registra il 90% delle disdette degli ordini di vino destinato al canale Ho.Re.Ca per la chiusura di ristoranti, bar, pizzerie, la riduzione del 15% degli ordini dalla Grande Distribuzione Organizzata, mentre per quanto attiene la commercializzazione sui mercati internazionali si sono accumulati ritardi negli ordini sottoscritti prima della pandemia e il rinvio di circa il 30% degli ordini in corso di conferma durante la pandemia, con lo slittamento del pagamento delle fatture per ordini di vino già consegnato”.
Lo scenario è aggravato – aggiunge Coldiretti Puglia – dal problema della manodopera, con i disagi dal punto di vista logistico e degli spostamenti e l’aggravio dei costi per fornire quotidianamente DPI e igienizzante e una sostanziale riduzione della produzione giornaliera, causata dalla rivisitazione dei carichi di lavoro, considerate le rotazioni dei dipendenti in ferie e cassa integrazione.
“Abbiamo chiesto di attivare la distillazione dei vini non ad indicazione IGP e DOP, da attuarsi esclusivamente nel periodo antecedete alla prossima campagna vendemmiale, per svuotare le cantine e scongiurare possibili frodi durante le fermentazioni, il premio allo stoccaggio per i vini IGP e DOP o DOCG, tutte le semplificazioni che risultano tuttora inattuate e gli indennizzi alla imprese, anche per quelle di trasformazione, attraverso fondi regionali, nazionali e comunitari per dare liquidità immediata, con regole commerciali che riportino trasparenza e corretta nei rapporti”, insiste il presidente Cantele.
Inoltre, Coldiretti Puglia ha chiesto di attivare prestiti di conduzione garantiti dallo Stato con una possibilità di benefici in conto capitale e/o conto interesse, da erogare direttamente alla cantina in rapporto agli ettari di superficie vitata risultante dal fascicolo aziendale alla data dell’inizio della pandemia, le proroghe scadenza autorizzazioni impianti vitivinicoli, l’attività finanziata e coordinata di promozione e valorizzazione in Italia e all’estero dei vini di Puglia, l’accelerazione dei collaudi e della liquidazione del PSR e dell’OCM e l’abbattimento totale o almeno parziale dei contributi per i lavoratori agricoli.
Per far recuperare nell’immediato liquidità alle aziende vitivinicole sono stati richiesti tra l’altro – conclude Coldiretti Puglia – forme di accesso al credito agevolato e finanziamenti ponte di almeno 5 anni con estensione a titolo gratuito delle garanzie statali.