Dal Congo all’Europa, il lungo viaggio sociologico e letterario della Ganotakis fa breccia nel cuore dei brindisini

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Un viaggio intenso, esperenziale, che diventa un libro destinato a far parlare di sé. L’ultima fatica di Thalia Ganotakis, cittadina del mondo e ormai da decenni brindisina adottiva, non è una semplice sequela di storie che si intrecciano tra l’ex Congo Belga e l’Europa, ma uno spunto di riflessione su una realtà ben conosciuta dall’autrice, che nel cuore dell’Africa ha vissuto molti anni ed è tornata spesso, che spazia dalla violenza sulle donne, all’immigrazione, agli scontri tribali che imperversano in quella caldissima area del mondo. Ecco, dunque, che la presentazione del libro “Invisibile come il pitone, paziente come il leopardo”, è stata un evento che ha portato, nella bella location del rinnovato Caffè Letterario di Palazzo Nervegna, tanti curiosi e addetti ai lavori. Il lavoro di Thalia Ganotakis, è stato realizzato in collaborazione e con l’apporto dell’associazione “Mamadù” di Brindisi, e brillantemente illustrato dal collega Tiziano Mele. Il libro è acquistabile sul canale Amazon oppure prenotandolo direttamente dall’autrice e nella sede la dell’associazione.

La trama, è ricca di spunti. Julien, un giovane congolese che dopo mille peripezie riuscirà a trovare fortuna in Europa, diventando anche un apprezzato medico, è il protagonista del racconto che si snoda tra mille aneddoti e un sano realismo sulla situazione sociale e politica dello Stato africano. Proprio per non dimenticare le sue radici, Julien decide di intraprendere un viaggio a ritroso, recuperando le sue radici proprio lì, da dove partì piccolissimo, imbarcandosi con la sua famiglia di origine nella stiva di un aereo diretto a Bruxelles. Il percorso a ritroso, descrive al protagonista e sua moglie un quadro sociale drammatico, fatto di scontri tra bande ribelli, morti, fame, e lotta quotidiana per sopravvivere in uno degli Stati dal reddito pro – capite più bassi del mondo. A ciò, si aggiunge, la piaga della violenza sistematica sulle donne, alle quali i due coniugi benestanti portano aiuti e vicinanza. In questo quadro storico, economico e politico, dunque Thalia ha trovato la quadratura, con l’utilizzo della metafora del pitone e del leopardo. Due animali diversi, ma il cui comportamento simboleggia le anime di chi, in questo lavoro, cerca di lanciare dei segnali di speranza e di lotta per migliorare le proprie condizioni. La giornata si è dipanata con le letture di alcuni brani del libro, preparate dalle volontarie dell’associazione “Mamadù” presieduta da Marianna Ungaro, e il meritato abbraccio all’autrice che, ancora una volta, ha saputo descrivere con dolcezza, realismo e sensibilità un mondo che, forse, non è poi così lontano da noi.