Calcio Serie C gir. C Brindisi – Avellino 0-4

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BRINDISI: Saio, Monti, Gorzelewski, Albertini, Cancelli, Valenti, Moretti, Malaccari, Cappelletti, De Angelis, Golfo. A disposizione

AVELLINO: Ghidotti, Ricciardi, Sannicoli, Palmiero, Lores Varela, Sgarbi, Mulè, Armellino, Marconi, Gori, Casarini. Allenatore Pazienza

ARBITRO: Del Rio di Reggio Emilia

RETI: 12′ Mulè, 31′ Gori, 56′ Gori, 63′ Sannicoli

BRINDISI. La buonanima di Giulio Andreotti diceva sempre: “A pensare male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca”. Prendete i match interni del Brindisi contro il Catania, il Monopoli, la Casertana e quello di stasera contro l’Avellino. Ora sovrapponeteli come se fossero le pellicole di un film. Scoprireste che non ci sono differenze, se non i colori delle maglie dei protagonisti in campo: stesse indecisioni difensive, stesso atteggiamento molle nelle fasi iniziali della gara, stessi gol subiti alla prima occasione ospite, stessa sterilità in attacco, stessi affanni di una tifoseria che è stanca di cercare giustificazioni, stessi arbitraggi ignobili (onestamente, è così). Traete le conclusioni, maligne o attenuanti che siano.

L’Avellino è una corazzata, una nobile decaduta che, sospinta dal tifo incessante dei quasi 500 tifosi giunti dell’Irpinia, ha semplicemente mostrato il repertorio richiesto da questo girone incredibilmente livellato verso l’alto: organizzazione tattica, scaltrezza e tanta corsa, e almeno quattro giocatori di categoria superiore. E così i lupi biancoverdi hanno raccolto tre punti che valgono davvero la svolta della stagione.

Eppure, per il Brindisi coperto e allineato non era cominciata male con l’assetto difensivo a quattro con Golfo supportato da Moretti e il rientrante Malaccari a suggerire. Pazienza si mette a 3 dietro, per aprire spazi nelle ripartenze accorciando i reparti e affidandosi all’estro degli indemoniati Sgarbi e Mulè, e la freddezza di Gori.

Dopo due conclusioni da fuori di Cancelli e Malaccari, sul “Franco Fanuzzi” al 12′ cala il gelo con la solita amnesia difensiva: calcio piazzato di Sgarbi, tutti dormono e Mulè spunta in tuffo trovando il vantaggio. Il gol preso disunisce il Brindisi che al 32′ subisce il raddoppio campano con Gori abile a sfruttare una mancata comunicazione e chiusura difensiva, infilando Saio. Lo stesso portierino biancoazzurro è superlativo nel giro di due minuti su conclusioni velenose di Sgarbi. Attacco del Brindisi non pervenuto, ma non è una novità. Anche se l’orgoglio è l’ultimo a morire, e ci provano prima Moretti e poi Cancelli.

Ripresa da incubo in casa adriatica: scende il diluvio, ma la pioggia è anche di gol, e tutti di marca avellinese. Gori trova il jolly con una botta all’incrocio e dopo 11′ mette di fatto in cassaforte il risultato con una bomba all’incrocio. Poi Sanipoli si destreggia bene ed è poker. La Messa è finita, andate in pace. Brindisi tardivamente reattivo, e al 37′ Lombardi sale e prova la botta alta di poco. Al 90′ Palmiero sfiora la cinquina mandando fuori da due metri al termine di una trama in contropiede.

Complimenti a mister Pazienza che ha creato un giocattolo perfetto, complimenti alla torcida biancoverde che è stata la migliore vista qui al Casale, complimenti all’organizzatissima società irpina che non ha lasciato nulla di intentato. E il Brindisi, non sfata il tabù del “Fanuzzi”. L’Avellino ha Pazienza, quella dei tifosi brindisini è finita.