BRINDISI: Saio, Valenti, Capelletti, Bizzotto, Nicolao, Ceesay, Malaccari, Cancelli, Albertini, Moretti, Lombardi. A disposizione: Albertazzi, Vona, Monti, Gorzelewski, Petrucci, Mazia, Bellucci, Bunino, Fall, De Angelis, Golfo, De Feo, Costa, Galano, Ganz. Allenatore Danucci.
BENEVENTO: Paleari, Berra, Capellini, Pastina, El Kaouakibi, Talia, Pinato, Masciangelo, Karic, Tello, Ferrante. A disposizione: Manfredini, Nunziante, Benedetti, Rillo, Viscardi, Agazzi, Alfieri, Kubica, Rossi, Simonetti, Bolsius, Carfora, Ciano, Marotta, Sorrentino. Allenatore: Matteo Andreoletti.
RETE: 22′ Ferrante
PICERNO. La Strega resta indigesta ai biancazzurri, e la vittoria col Monterosi è già un ricordo. Emigrati, si spera per l’ultima volta, e bastonati per un tempo. Al “Curcio” di Picerno e senza tifosi per le ridicole scelte di Federazione, Prefetture ed enti vari, il Brindisi trova la prima nobile decaduta del campionato. Il Benevento che ha conosciuto una doppia discesa negli Inferi nel giro di un biennio: dalla Serie A alla Serie C, da Ibrahimovic a Lombardi, con tutto il rispetto per l’attaccante brindisino.
Mister Danucci mette in campo il Brindisi col consueto 4-3-3 ma lascia in panca gli attaccanti più pregiati e attesi, ossia Ganz, Golfo e Galano oltre Fall. Una scelta dovuta al fatto che ancora non sono pronti (almeno l’ex fantasista del Bari) o non idonei tatticamente ad affrontare questo Benevento (che in settimana ha battuto 2-1 la corazzata Taranto al Ciro Vigorito) zeppo di piedi buoni e schierato con un 4-2-3-1 dove Karic, Tello e Masciangelo dialogano e aprono varchi per Ferrante e inserimenti personali.
I primi venti minuti non sono certo il miglior spot per lo spettacolo, visto che si gioca in un fazzoletto di campo e senza occasioni da ambo le parti.
Al 22′ però i sanniti passano in vantaggio: Karic imbocca e imbecca Ferrante con un assist che andava spinto in rete, con la difesa locale colta di sorpresa.
Il gol blocca mentalmente i biancazzurri, mentre i campani gestiscono il possesso palla tenendo lontano dalla propria area i padroni di casa, che si fanno vedere solo al 42′ con una sforbiciata di Cappelletti alta di poco. E così termina la prima frazione, aspettando il giro di valzer di sostituzioni. Perché il Benevento è formato da marpioni della categoria.
Nella ripresa Danucci tenta sin dall’inizio la carta Ganz al posto di Ceesay, ma alzando il numero delle punte, non fa riscontro un incremento delle palle gol. Anzi, i beneventani sfiorano il raddoppio in due occasioni, approfittando dello sbilanciato assetto biancazzurro: per due volte Tello sbaglia la mira da buona posizione, ma ancor più clamoroso è l’errore di Ferrante che al 58′ spara fuori davanti a Saio.
Pericolo scampato, e confidando nella regola non scritta del “gol sbagliato, gol subìto”, il Brindisi si fa sotto, in maniera razionale e cercando lo schema. Si sogna la rimonta come avvenuto col Monterosi, e i sanniti tremano al 60′: Cappelletti stacca più alto di tutti, ma Paleari vola a togliere le ragnatele nel sette, e si merita la pagnotta, anzi un intero pasto vista la parata che ha salvato la partita.
Il Brindisi tiene palla, il Benevento chiude gli spazi. Il calcio non è roba per santoni, e in questa categoria non si bada ai fronzoli. Girandola di cambi: il trainer sannita Andreoletti mette la coperta togliendo Ferrante, invece mister Danucci butta dentro la mischia De Angelis, Galano e Bunino al posto rispettivamente di Cancelli, Albertini e Lombardi. Ormai salta ogni schema, e diventa un assalto degli adriatici che non sembra impensierire Talia e co.
I padroni di casa gettano una quantità industriale di cross in area, preda di Paleari e della schieratissima difesa dei sanniti. Non resta che attendere un’illuminazione o un rimpallo o procurarsi un calcio piazzato. Insomma, un po’ di fato non avverso. Ma il Benevento, ripete la lezione prodotta col Taranto: difesa e ostruzionismo, badando al sodo, cioè ai punti. Il finale è lunghissimo e quasi drammatico, pur nella relatività di un dramma sportivo, naturalmente.
È finita. Il Benevento espugna il “Curcio” e vola. Il Brindisi deve salvarsi in anticipo, come hanno più volte ribadito i dirigenti biancazzurri. I nomi altisonanti aiutano a sognare, ma se ne potrà riparlare quando queste grandi firme saranno tornate ai loro standard abituali. Prepariamoci a soffrire, la Serie C, questo girone, è un inferno. Ora, l’unica bella certezza, burocrazia e scherzetti di Leghe e Prefetture e burocrazie varie permettendo, è che tra due settimane si torna a casa, al Fanuzzi rimesso a nuovo. E allora, forse, finalmente il Brindisi giocherà in dodici.