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Brindisi è terra di santi, poeti, navigatori e attaccanti. La nostra città, da decenni sforna bomber di razza che si fanno onore in tutta Italia. Basti citare i nomi di Mino Francioso, Eupremio “Toni” (come lo chiamano a Lucca, dove è ancora considerato una spanna sotto Dio) Eupremio Carruezzo, Enzo Gagliano, Mino Iunco, Daniele Vantaggiato, Mino Chirico, Vito Falconieri.
Alcuni di questi, pur rappresentando l’orgoglio cittadino, non sono stati profeti in patria, trovando lontano dal Fanuzzi onori e glorie. In questa categoria, rientra decisamente a pieno titolo l’ultimo promettente prodotto di questa terra, il giovane e possente Andrea Marchionna, classe 2001 che, alla sua prima esperienza da professionista fuori dalla Puglia, sta portando l’ambizioso San Luca nell’olimpo del calcio calabrese.
La squadra giallorossa, infatti, milita nel campionato di Serie D, nell’infuocato girone I, quello delle compagini sicule, calabresi e salernitane. Campi caldi, grande passione e disponibilità economiche che non spaventano Andrea, che proviene da una famiglia di sportivi doc. Nel raggruppamento più meridionale dei semiprofessionisti figurano società blasonate (e in certi casi decadute) come Acr Messina, Acireale, Licata, Castrovillari e Rende. E attualmente, il San Luca è piazzato al sesto posto, lontano dalla vetta, ma in piena bagarre playoff.
Marchionna, approdato ai piedi dell’Aspromonte nello scorso ottobre, è il miglior marcatore della squadra calabra diretta dall’indimenticato Ciccio Cozza, ex capitano della Reggina ai tempi della Serie, con esperienze anche a Lecce. Il tecnico di Cariati, pur centellinando l’utilizzo dell’armadio brindisino, crede nelle potenzialità di questo ragazzo. E i fatti stanno dando ragione ad Andrea, che finora ha accumulato 16 presenze (di cui solo un terzo da inizio partita) e ha realizzato 4 pesantissimi gol, tutti da subentrato. Un ragazzo che ha un carattere da leader, e per questo può sembrare una testa calda, ma uno che non tira mai la gamba, e che sia in allenamento che in partita non si risparmia. Ha molte somiglianze col Vieri prima maniera (quello dei tempi dell’Atalanta, per intenderci) ma più tecnico ed efficace anche in fase di ripiegamento.
Un impegno in toto, che lo ha proiettato in un mondo e una metodologia, quella impartita da mister Cozza, che profuma di professionismo, e da cui si può solo attingere. Il tutto, però, continuando a tenere i piedi per terra, e continuando a inseguire il sogno di un diploma da ragionerie. Perché, si sa, il calcio è sempre una giostra dalla quale si può sempre scendere senza preavviso.
Marchionna ha iniziato da piccolo nel Bozzano Boys allenato da Cosimo Fiera, Mario Balestra e Franco Tedesco, che hanno intuito le sue potenzialità nella fase di crescita fisica e tecnica. Viene notato dagli osservatori del Lecce che lo portano in giallorosso, per tutta la trafila nelle giovanili nazionali dove si mette in mostra a suon di reti. Torna al Cedas e trascina i suoi nelle finali regionali, confermandosi cannoniere e attirando le attenzioni della Virtus Francavilla, dove gioca due anni nella Berretti, confrontandosi con i migliori settori giovanili italiani. Poi la svolta lo scorso anno, aggregato in prima squadra a Nardò respirando aria di semiprofessionismo.
Poi, come sempre accade nel calcio, nel momento di scoramento o comunque di stallo agonistico, arriva la svolta. Un giro di contatti tra dirigenti che contano, e via verso la Calabria, verso San Luca, verso un sogno in giallorosso, e poi si vedrà dove si arriva. Perché un Marchionna avrebbe fatto comodo anche al Brindisi, società in cui il giovane bomber non ha mai giocato pur essendo, naturalmente, un grande tifoso. Ma, si sa, a Brindisi nessuno è profeta in patria. O, almeno, per ora.