Brindisi – Andria
BRINDISI: Pizzolato, Nives, Sicignano, Cerone, Palumbo (72′ Pizzolla), Boccadamo, Botta, Palazzo (81′ Iaia), Clemente, D’Angelo, Lacarra. A disposizione: Lacirignola, Dario, Merito, Iaia, Maglie, Pizzolla, Zanghi, Giovane, Ripanto. Allenatore Claudio Del Luca
ANDRIA: Anatrella, Lacassia, Carullo (73′ Venturini), Busetto (36′ Manzo), Fontana, Paparusso, Notaristefano (46′ Zingaro), Bolognese, Cristaldi (73′ Djwomo), Primari, Russo (87′ Minincleri). A disposizione: Petrarca, Azzarito, Tutino, Zingaro, Manzo, Venturini, Zammit, Djwodo, Minincleri. Allenatore Luigi Panarelli
ARBITRO: Agostoni di Milano (assistenti Morotti e Gervasoni di Bergamo)
NOTE: espulso Cerone per somma di ammonizioni
BRINDISI – Una sorta di testa – coda, quello in programma questo pomeriggio al “F. Fanuzzi” di Brindisi. Per i biancazzurri di mister De Luca, un altro derby storico, contro una Fidelis Andria affamata di punti per rientrare nel giro che conta. Dopo la battuta d’arresto di domenica scorsa a Fasano, serve cambiare marcia per non perdere il treno che porta alla Serie C, anche perché le due capoliste Casarano e Sorrento sono impegnate rispettivamente contro Taranto e Altamura.
Al 9′, dopo un inizio sonnacchioso, Lacarra di potenza elude la concorrenza della coppia centrale e spara da venti metri, ma Anatrella prende il tempo e blocca.
Al 12′ Palazzo salta più in alto di tutti sulla imbeccata in corner di Palumbo, bello l’avvitamento ma la sfera termina fuori senza che nessuno riesca a farsi trovare pronto nell’area piccola.
16′ BRINDISI IN VANTAGGIO su calcio di rigore assegnato dal signor Agostoni per un atterramento ai danni di Palumbo. Dal dischetto Palazzo fa muovere Anatrella e infila in mezzo cucchiaio tra il tripudio della torcida biancazzurra.
Il Brindisi gioca sul velluto, mantenendo lo stesso leit – motiv del primo quarto d’ora: pochi tocchi, utilizzo sistematico delle corsie laterali per aggirare l’intasamento a centrocampo degli andriesi, che non riescono a sfondare per vie centrali grazie al lavoro in interdizione di Botta e Clemente, che giganteggiano e dettano i ritmi, anche se Lacarra appare un po’ troppo isolato lì davanti. Ma il 3-4-1-2 biancazzurro è funzionale, grazie al ritmo impresso dalle accelerazioni di Boccadamo e Cerone.
Al 29′ Palazzo è lanciato da trenta metri su imbeccata di Botta, bel gioco di gambe che ubriaca i difensori andriesi, e cross al centro dove Lacarra si avvita in rovesciata plastica, ma la sfera termina fuori. Bello il gesto, meno la conclusione. Ma da quell’asse sono venute le maggiori occasioni per i locali.
Al 32′ prima occasione per gli ospiti da annotare sul taccuino, ma la pronta girata in area di Matias Cristaldi è smorzata dalla difesa brindisina per e Pizzolato è ordinaria amministrazione.
Al 35′ illusione e delusione per i supporters biancazzurri, perché Palazzo si libera divinamente della sfera, dando una chicca a Nives che appena dentro l’area piccola viene fermato in millimetrico fuorigioco, e il suo tiro quindi perde di efficacia.
Al 38′ il festival dell’horror applicato al calcio: Botta di prima imbecca Lacarra che prova a sfidare e sfondare la solita coppia di dirimpettai Lacassia e Fontana. L’ariete biancazzurro però incespica malamente, ma la sfera giunge nei pressi di Palazzo che segue l’azione ma non conclude, e invece di cercare il contatto con Anatrella, si dilegua e l’azione sfuma.
Il Brindisi si sfilaccia un po’ allungando le distanze. Ma tiene, in questo finale di tempo in cui gli andriesi provano a costruire. Panarelli muove lo scacchiere, che in fase di possesso palla diventa un 3-1-5-1 teso a non dare punti di riferimento alla coppia centrale di casa.
Andria più volitivo ad inizio ripresa, ma i tanti palloni buttati in mezzo non impensieriscono la retroguardia locale. Palazzo e Lacarra provano a tenere in apprensione la difesa andriese, ma senza rendersi eccessivamente pericolosi.
Al 15′ Cerone mette in mezzo su una punizione calciata rasoterra, Sicignano da pochi passi spara in rete e segna, ma il direttore di gara annulla per un fuorigioco millimetrico tra le proteste brindisine.
Panarelli cambia le posizioni, mettendo più vicini Russo e Prinari. Il modello è un 3-4-3 puro, che sbilancia al centro, ma il Brindisi non riesce ad infierire ed approfittare dei varchi.
Al 26′ prima azione (si fa per dire) degna di sporcare il taccuino an. driese, con Lacassia che defilato fa partire un insidioso tiro cross, ma non è né uno né l’altro e Pizzolato controlla la sfera scorrere sul fondo.
Al 31′ la schiena di Sicignano è provvidenziale nel fermare la botta a distanza ravvicinata del neo entrato Djwomo, che spara di prima imbeccato sull’out destro da Russo. E’ la più grande occasione costruita finora dagli ospiti.
Brindisi costretto a concludere il match in 10 uomini per l’espulsione di Cerona, che si becca il secondo cartellino giallo in maniera ingenua.
L’Andria mette il cuore in campo, i biancazzurri di De Luca arretrano paurosamente il baricentro, cercando di respirare in ripartenza, ma non riescono ad uscire dal fortino.
Brindisini finalmente propositivi al 35′ con Palazzo che mette scompiglio nell’area avversaria e scarica un tiro a girare alto di poco.
Gli andriesi reclamano il rigore al minuto 85′ per un tocco di mano sospetto di un difensore del Brindisi, reo secondo loro di aver fermato irregolarmente una martellante azione corale che, oggettivamente, stava diventando un potenziale pericolo per la porta di Pizzolato.
Si accendono i riflettori sul “Franco Fanuzzi”, ma non si accende la luce in casa Brindisi, ma alla fine i locali riescono a gestire il vantaggio ricorrendo a ripartenze e pressing.
All’ 89′ D’Angelo lo diventa di nome di fatto, saltando di testa per evitare la capitolazione dopo che Pizzolato esce a vuoto, consentendo la conclusione di Minincleri e una serie di rimpalli paurosi a pochi metri dalla linea.
Il signor Agostoni di Milano concede quattro lunghissimi minuti di recupero, appendice di sofferenza per un Brindisi che in inferiorità numerica stringe i denti per portare a casa questa vittoria.
FINISCE QUI: BRINDISI – ANDRIA 1-0 , ma quanta sofferenza.