Calcio Serie D Brindisi-Barletta 1-2

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BRINDISI – BARLETTA 1-2

BRINDISI: Vismara, Esposito, Zampa, Cancelli, Di Piazza, D’Anna, Malaccari, Sirri, Palumbo, Baldan, Mancarella. A disposizione Oliveto, Gorzelewski, Dammacco, Tricarico, De Rosa, D’Agata, Opoola, Minaj, Stuciuc. Allenatore Danucci

BARLETTA: Piersanti, Milella, Polidori, Russo, Cafagna, Loiodice, Vicedomini, Lavopa, Marangi, Maccioni. A disposizione Campisi, Telera, Lattanzi, Pignataro, Visani, Minimmo, Feola, Nannola, Cassatella. Allenatore Farina

ARBITRO: Marra di Mantova

RETI: 9′ Mancarella, 12′ Vicedomini

BRINDISI – Profondo rosso, anzi biancorosso, per il Brindisi di mister Danucci che perde la supersfida tra i capoluoghi pugliesi, la faccia e pure il credito di larga parte della tifoseria. Eppure, le premesse erano buone. Un derby antico e atteso da anni, due tifoserie storicamente rivali e che meritano platee di categoria superiore, due società ambiziose. Dentro Brindisi – Barletta ci sono tante partite in una, e il pubblico ha risposto presente con oltre 3 mila spettatori che si sono recati al Fanuzzi.

Il Brindisi ha iniziato a spron battuto, col 4-2-3-1 che sugli esterni che ha sfiancato la fragile difesa ospite. Al 5′ Baldan incorna perfettamente su piazzato di D’Anna dalla sinistra, con Piersanti che si avvita bloccando tra una selva di gambe. Al 9′ arriva il meritato vantaggio locale, con Mancarella che segue una travolgente serpentina con assist al bacio di Palumbo sul quale Di Piazza fa velo per il tap in del compagno. È tripudio sulle tribune, tutto lo stadio salta sul coro “Eh cì no’ zzump’ è barlettan”. Ma dopo due minuti, all’ 11 arriva la doccia fredda: corner battuto da Russo, lo schema dei blocchi difensivi salta, e Vicedomini sbuca e infila l’1-1.

Il Brindisi ritesse la tela del bel gioco, si ricompatta in fase di ripiegamento accorciando le distanze tra i reparti, ma si segnalano uno spunto di Marangi che fa saltare le coronarie ai tifosi brindisini e un paio di ripartenze di marca brindisina.

Si sonnecchia e si ristagna a centrocampo fino al 33′ quando D’Anna gira di prima intenzione una pennellata di Palumbo, ma la palla termina fuori di un soffio. Ma è un Brindisi volitivo, anche se impreciso. Una “fame” che piace al pubblico e a mister Danucci. Al 37′ l’arbitro prende l’ennesimo abbaglio, non rilevando una palla trattenuta da Petta dalla quale parte un contropiede fermato fallosamente da Zampa. Sul calcio piazzato, Brindisi versione bella statuina e Marangi gira di testa alto di poco.

Al 43′ la doccia fredda, anzi gelata: in tre passaggi il Barletta apre e chiude un contropiede che l’ex Loiodice conclude. Barletta in vantaggio al Fanuzzi, piaccia o no ma non ha rubato nulla.

Ad inizio ripresa, mister Danucci opta per l’ingresso di Dammacco per Zampa, trasformando l’assetto tattico in un 4-1-4-1 mirato a non dare punti di riferimento alla mediana barlettana e alzare il ritmo. E qualche spunto si nota, anche se la furia biancazzurra si concretizza in un paio di corner senza costrutto.

Al 6′ Baldan salta più in alto di tutti, e scaglia un missile a fronte piena che termina poco sopra la traversa. Sale l’incitamento dei tremila del Fanuzzi, come continua l’osceno spettacolo del signor Marra, inadeguato per un match di questo lignaggio.

Il Brindisi, tolti i dieci minuti iniziali, è scomparso dal campo. Si accendono i riflettori e si spera anche le idee. Ospiti compatti e allineati a difendere anche in dieci dietro la linea della palla, e bloccare le corsie esterne. Invece di verticalizzare e aprire spazi al centro per trovare magari calci piazzati strategici o costringere al fallo i non irreprensibili difensori barlettani, Di Piazza e Co. si intestardiscono a buttare palloni in mezzo da ogni dove, portando a nozze la retroguardia ospite.

Si chiude con l’infruttuoso forcing finale dei brindisini e l’ostruzionismo ospite, perché bisogna fare di necessità virtù.

Il Barletta espugna il terreno infuocato del Fanuzzi, il Brindisi non va oltre i roboanti proclami emanati nelle conferenze stampa. Ma in campo, unico giudice implacabile, contano i fatti. E la vetta si allontana come il gioco inesistente…