Distanziamento, sicurezza, chiarezza delle informazioni? Cercatele altrove, non certo in via Filomeno Consiglio, davanti (o meglio, letteralmente sotto) il portone d’ingresso dell’ufficio servizi demografici del Comune di Brindisi.
Che siano le mattine, o nelle aperture pomeridiane del giovedì, la scena che vedete nella foto è un must: calca sin con largo anticipo rispetto agli orari di apertura degli sportelli, distanziamento inesistente, caos organizzato. Se a ciò si aggiunge il fenomeno tutto brindisino dei famigerati “dritti”, il quadro è chiaro. O, meglio fosco. Innanzitutto, mancano i flussi informativi. Ci sono tre dispositivi erogatori dei numerini divisi per prestazioni: cambio di residenza, rilascio documenti di identità e altri servizi.
E già di per sé, per molti utenti è un rebus, senza contare che alcuni cittadini sono arrivati alla rinfusa accalcandosi senza numero. Ma l’acme dell’anarchia si è raggiunto alle 15.45 in punto, all’apertura degli sportelli. Tra i chi, tra i già citati “dritti” si spingeva dentro l’ingresso entrando negli uffici con la vecchia scusa di dover fare una domanda, coloro che non sapevano dove andare, un personale di sorveglianza impegnato a dirimere il traffico tra tre bigliettini di colore diverso e alcune pratiche che abbisognano di più tempo, è stato il delirio.
Poi, il clamoroso deficit di comunicazione: tra coloro che avevano preso la prenotazione per il cambio di residenza, molti provenivano da altri Comuni, mentre una minoranza doveva gestire un trasferimento intracomunale. Un’ora e mezza di attesa per scoprire che, per chi doveva porre la residenza a Brindisi da un altro Comune, era necessario andare al piano superiore, compiendo una fila ulteriore, passando dietro anche a gente che in via Filomeno Consiglio era arrivata dopo, ma aveva avuto le informazioni giuste, e quindi ha potuto imporsi come “dritto” di turno. Il tutto mentre dall’altra parte del complesso comunale si stava svolgendo il consiglio live, e le forze dell’ordine erano impegnate altrove.
Nota lieta, si dia a Cesare quel che è di Cesare, la grande gentilezza e competenza di tutto il personale di sportello degli uffici demografici, un bell’esempio di efficienza al servizio dei cittadini. E pensare, in fondo, che per evitare questa vergogna sarebbe bastato un display messo all’esterno del palazzo, uniformando le code e il servizio.