Sul sito di Ryanair, Brindisi diventa… Polignano a Mare

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BRINDISI. Non può essere una svista, visto che, a certi livelli e con cotanti interessi economici in ballo, il web marketing diventa la vera porta d’ingresso per promuovere i territori. E così, mentre periodicamente, puntuale come un orologio svizzero alla vigilia di ogni competizione elettorale torna la suggestiva ipotesi di (ri)aprire lo scalo aeroportuale di Grottaglie, sul sito ufficiale di Ryanair invece Brindisi è diventata Polignano a Mare.

Eh già, perché è sufficiente dotarsi di un account sul sito della compagnia low cost irlandese e gestire le prenotazioni, per scoprire che sui voli con destinazione Brindisi ci sono foto della ridente località che ha dato i natali a Domenico Modugno. Una scoperta imbarazzante ma che, spulciando sui viaggi frequenti compiuti in questi anni, pare sia proprio una brutta abitudine consolidata.

Ora, da giornalista e da docente di marketing, capisco benissimo che, specie in campo turistico, le pressioni e la programmazione delle strategie di sviluppo di un territorio passano anche da questi piccoli escamotage tesi a creare un unicuum di sollecitazioni verso il cliente potenziale, associando offerte promozionali, testi e immagini per mettere in circolo un marchio spendibile per i turisti già alla fonte, senza aspettare di toccare la magica terra di Puglia.

Ora, si potrebbe capire (ripeto, si potrebbe) che il brand Brindisi, a livello nazionale e internazionale, sia ancora sottosviluppato rispetto alle effettive potenzialità in termini di attrattività e motivazioni per non essere soltanto un semplice luogo di approdo. Volendo, ma solo appunto come ipotesi puramente scolastica di marketing mix, si sarebbe potuto agire su altre località della nostra provincia conosciute dal grande pubblico italiano come Ostuni, Mesagne, la Valle d’Itria. Ma anche, spingendosi all’estremo a costo di annullare quel sacro campanilismo, si sarebbe potuto usare Lecce, o Gallipoli od Otranto. Perché i target trasversali di vacanzieri associano il Salento e Brindisi a queste località, e lo dico con cognizione di causa, senza paura di essere soffocato dai rigurgiti patrii.

Ora, volendo essere maliziosi e sfiorare un ignobile qualunquismo smentito da delibere e atti amministrativi, è chiaro e lapalissiano il forte ruolo centripeto e accentratore esercitato della Regione Puglia sulla programmazione infrastrutturale, compresa la promozione e valorizzazione di queste infrastrutture decisive per lo sviluppo economico locale. Così come sono noti gli accordi commerciali tra l’istituzione e le compagnie aeree concretizzatisi con agevolazioni in termini di tasse portuali e aeroportuali, disponibilità di investimenti pubblici, anche quella sana voglia di protagonismo che inevitabilmente può creare interessi locali a discapito di quelli generali. Ci sta, ma si sa da sempre.

La giunta Rossi, piaccia o no, sta lavorando per dare una strutturazione del brand Brindisi nel mondo, attraverso marchi e loghi che entrino nell’immaginario collettivo in un arco di tempo che darà i suoi frutti, se va bene, nel medio periodo, perché questi sono i tempi per verificare i risultati delle strategie in termini di promozione, in primis le public relation.

Però, uno schiaffo così non si può accettare. No, perché, implicitamente, vorrebbe dire che la comunità di Brindisi accetta supinamente di essere espressione di un semplice luogo di transito e approdo dotato di porto e aeroporto dai quali salpare o arrivare per andare chissà dove. Ovunque, ma non qui. Caro sindaco, cara assessora, cari consiglieri comunali e regionali, se ci siete battete un colpo. Altrimenti, l’oblio diventerà un modus operandi, assieme all’atavica tendenza brindisina di piangersi addosso. Ma confido nel clima pre elettorale, che fa miracoli. Effimeri, ma pur sempre miracoli.