Ostuni – chiusura Ospedale, Perrini (DI): ”Un danno per la valle d’itria”

Ospedale civile di Ostuni
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“L’ospedale di Ostuni chiuderà a breve. Ormai quello che era un sospetto è diventato una certezza: la Direzione Generale della Asl Brindisi ha deciso di cancellare in un solo colpo i quattro posti di Osservazione Breve Cardiologica e, cosa di estrema gravità, sarà anche abolita la reperibilità del medico cardiologo durante la notte e nei giorni festivi, adducendo motivazioni prive di fondamento, come ‘la carenza di medici cardiologi sul territorio’. E proprio pensando a quel ‘territorio’ che è anche il mio – stiamo parlando della meravigliosa Valle d’Itria – ho presentato un’interrogazione al presidente Emiliano, anche in qualità di assessore alla Sanità, per sapere se si rende davvero conto di cosa accadrà agli ospedali limitrofi, per altro già al collasso, con la chiusura di Ostuni. Penso all’ospedale di Martina Franca. 
Non solo, ritengo inammissibile che, in un territorio turistico come quello di Ostuni, si possa sospendere la copertura delle reperibilità del medico cardiologo in un ospedale che, pur ridimensionato, ha circa 90 posti letto e tra questi un reparto di Medicina e di Pneumologia che ospita pazienti con patologie cardiorespiratorie di estrema gravità e con una Unità di Medicina e Chirurgia di accettazione e di urgenza quale è il Pronto Soccorso con circa 23mila accessi all’ anno. 
Forse non è chiaro a chi ragiona solo in termini ragionieristici della nostra Sanità: parliamo di patologie cardiache tempo dipendenti che, se non trattate tempestivamente ed adeguatamente, portano alla morte del paziente, quindi è chiaro che la tempistica è essenziale. Invece anche in questo caso, come in tanti ospedali tarantini, si stanno caricando i medici dell’emergenza di un’ulteriore responsabilità, con inevitabili ripercussioni giudiziarie che ne seguiranno. 
La mia interrogazione mira a convincere Emiliano a far sì che la Dirigenza Asl faccia un passo indietro sulle decisioni prese, trovando soluzioni idonee ed alternative, che non siano semplici decisioni di sopprimere reparti e servizi, onde evitare il ricorso alla magistratura e scongiurare sommosse popolari”

Renato Perrini – Consigliere regionale di Direzione Italia